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CENNI STORICI

Il territorio della Val di Tartano, con il suo secolare isolamento dovuto alla peculiare posizione racchiusa, è dominato da ambienti naturali e si conduce sino ad alte cime sovente innevate, in cui regna una pace serena e dove è possibile scrutare il paesaggio sottostante e respirare un vento leggero.

L’impervia valle si erge sulla bassa Valtellina; abbandonando la ss38 nei pressi del viadotto dell’omonimo torrente Tartano, le prime frazioni sono raggiungibili attraverso un varco dolcemente sinuoso sul versante nord delle Alpi Orobie. Una ventina di contrade, delle trenta originarie, sono distribuite tra i 950 e i 1500 metri di quota, il paesaggio diviene meno aspro nella parte intermedia e alta della valle dove si rivelano verdeggianti pianori. Raggiunta la località di Tartano si scende sino alla contrada Biorca per poi immettersi e risalire la Val Corta, nella quale le dimore rurali e solitarie sono collocate in prevalenza al margine di folti boschi ad alto fusto. Le effervescenti sorgenti, le acque rapide e a volte impetuose hanno modellato il profilo della valle, allorché scavando rocce e formando guizzi e piccole cascate, (come nella bella forra incisa alla corrispondenza della Val di Lemma con la Val Budria) hanno lasciato tracce evidenti nelle marmitte dei giganti. Arricchiscono la riserva animali timidi e sfuggenti e una flora rara e protetta adorna un territorio il cui grande valore ambientalistico è difficilmente riscontrabile altrove. Camosci, stambecchi, pernici bianche e il gallo forcello vivono indisturbati nel Parco e il Giardino Botanico della Val di Sona è altrettanto un angolo autentico di quest'area alpina. Oltre è tutto un vagare tra sentieri che conducono ad alpeggi e pascoli che si spingono fino al versante con la bergamasca e con le confinanti vallate orobiche valtellinesi.

Le alture si sono sempre distinte per il loro patrimonio silvo-pastorale, in tempi più lontani, il raccolto andava ai proprietari, feudatari dei Vescovi di Como e dell’Abbazia di S. Dionigi di Parigi, senza tralasciare i possessi del Comune di Talamona, la cui giurisdizione si estendeva sino all’attuale Comune di Tartano. Nell’intatta architettura rurale, arte e cultura trovano la massima espressione, maestria costruttiva emerge dagli edifici realizzati tra il sec. XVII e XIX, ma non mancano manifestazioni artistiche che svelano una radicata religiosità colta particolarmente nei disseminati affreschi votivi.
La Chiesa parrocchiale di S. Barnaba, edificata su uno sperone roccioso, è attestata nella pieve di Ardenno, come vice parrocchia alla fine del XVIII secolo "in vicariatu Tertierii inferioris Vallistellinae, Squadrae Morbinii". Nel 1798 è vice parrocchiale di Talamona; in essa esistevano le scuole del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario. La confraternita del Santissimo Sacramento, sia maschile che femminile, veniva fondata nel 1624. Entro i confini della parrocchia di Tartano esistevano le chiese di Sant'Antonio abate e San Giovanni Battista, antica parrocchiale e della Beata Vergine del Santo Rosario in frazione Piana. Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Tartano è sempre stata compresa nel vicariato di Talamona fino al 1968, in seguito, assegnata alla zona pastorale XII della Bassa Valtellina e al vicariato di Morbegno. Con il decreto 10 aprile 1984 per la revisione della struttura vicariale fu inclusa nel vicariato C della Bassa Valtellina. Al suo interno sono conservate tele risalenti al XVII e XVIII secolo. Introdursi nel percorso che dalla contrada Biorca procede verso la Val Corta, non mancano manifestazioni di devozione mariane degli abitanti; sul tratto sono infatti conservati affreschi della Madonna col Bambino e i SS. Rocco e Sebastiano (XVI sec.), della Crocifissione (XVIII sec.) e della Madonna e Angeli (XIX sec.). Oltre, la Madonna del Rosario e Santi, una Madonna col Bambino e Santo risalente al 1670, una Madonna che allatta il Bambino del XV sec. mentre un affresco del XVIII sec. è andato distrutto dall’alluvione avvenuta nel 1987; un autentico diluvio che colpiva l’intera Valtellina e ridisegnando la geografia dell’alta valle non escludeva il territorio di Tartano, lasciando dietro di se un drammatico ricordo. Anche per questo, visitare e soggiornare nel territorio di Tartano e soprattutto nelle sue convalli non significano tanto ricercare espressioni artistiche, ma inoltrarsi rispettosamente in luoghi incontaminati e vivere in simbiosi con la natura per cogliere al meglio i segreti di una cultura semplice e famigliare; per così dire una cultura montanara.